I percorsi geo-naturalistici

All’esterno delle grotte, oltre all’area paleontologica e archeologica della Tecchia preistorica, si possono osservare particolarità geo-naturalistiche dove si possono ammirare emergenze geologiche come la sorgente carsica della Buca, le falesie della Tecchia e le marmitte dei giganti, particolari formazioni create dall’erosione dell’acqua abbinata a quella meccanica delle rocce. Lungo il sentiero per la Tecchia s'incontrano particolarità botaniche delle Apuane segnalate da cartellini.

Note

  • Le particolarità geo-naturalistiche si possono osservare liberamente nel parco insieme alla Tecchia preistorica con il biglietto 'Orso' e sono compresi nel biglietto 'Proteo'.
  • La Buca dei serpi è visitabile solo all'interno del biglietto 'Aquila' (percorso acrobatico zipline)

 

 

La Buca dei serpi (Marmitta dei Giganti, visitabile solo con percorso acrobatico Zipline)

La “Buca dei serpi” è una marmitta dei giganti, una particolare morfologia superficiale che si presenta come una cavità scavata verticalmente nella roccia calcarea. Ha una forma grossolanamente cilindrica, con pareti molto levigate e fondo non descrivibile per la presenza di detriti. Ha una profondità di 4 m, diametro maggiore 4 m, diametro minore 2,5 m, circonferenza 10,5 m.
Le marmitte dei giganti in genere si sono originate nell’ultimo periodo geologico grazie all’azione di massi che, a livello dei salti e delle strettoie dei torrenti, roteavano a causa del moto turbolento e vorticoso dell’acqua,  creando delle cavità che nel tempo si sono ingrandite ed approfondite per effetto dei continui urti.
Recentemente si è scoperto nella loro formazione l’intervento del carsismo, si presume infatti che la dissoluzione chimica superficiale abbia preparato inizialmente la cavità, su cui l’azione abrasiva dei ciottoli roteanti ha agito in seguito.
Il suo nome locale è probabilmente dovuto alle numerose bisce d’acqua (natrici del collare) che in periodo estivo cadono al suo interno in cerca acqua e non riescono più a risalire lungo le pareti.

Buca dei Serpi (Giant’s Kettle)

The “Buca dei Serpi” is a giant’s kettle or pothole, a peculiar surface morphology resembling a hole drilled vertically into the calcareous rock. Its form is roughly cylindrical; its walls are extremely smooth; the bottom is not discernable due to the presence of detritus. Four meters in depth, it is roughly circular, with a 4 m long axis, 2.5 m short axis, and a circumference of 10.5 m.
Generally speaking, potholes formed in the latest geological period due to the erosive action of stones carried in turbulent eddying water at falls and narrow points along streambeds, forming cavities that, over time, have been widened and deepened by the same erosive process.
It has recently been established that karst phenomena probably played a part in their formation, with superficial chemical dissolution “preparing” the original cavity on which the abrasive action of the rolling pebbles later acted. 
The local name (Buca dei Serpi = “snake hole”) probably derives from the fact that during the summer, ringed or water snakes (Natrix natrix)  in search of water fall into the pool and cannot climb back up the walls. 

 

Le sorgenti di origine carsica: la Barrila e la Buca

Lungo l’alveo scavato dal Torrente Fagli sgorgano due sorgenti di origine carsica. La sorgente della “Buca” scaturisce a pochi metri dall’ingresso delle Grotte ed è una risorgiva perenne, la cui portata è stimata intorno ai 250 l/sec che in occasione delle piene può raggiungere valori di punta di 15000 l/sec e fuoriuscire dall’attuale ingresso delle grotte.
La sorgente della “Barrila” (non visitabile) scaturisce invece da una modesta cavità carsica poco a monte della precedente e sembra mantenere una portata media di 200 l/sec.
Le due sorgenti sono collegate dai reticoli delle cavità carsiche e la Barrila rappresenta lo scolmatore superiore del sistema, perciò in occasione di siccità prolungate la sua portata si esaurisce, mentre la sottostante sorgente della Buca continua ad essere alimentata.
Nonostante si presumano i valori medi, non sono ancora completamente conosciute la portata e l'area di alimentazione delle due sorgenti, ma vari test effetuati con traccianti fluorescenti hanno dimostrato come le sorgenti di Equi siano alimentate anche dalle piogge che cadono in altre valli.

The karst springs: the Barrila and the Buca

Two springs of karst origin rise along the Fagli streambed. The spring, called the “Barrila,” instead rises in a karst cavity of modest size a little above the Buca and would seem to maintain a constant flow rate of 200 liters/sec.
The “Buca” spring rises just a few meters from the entrance to the Equi caves. It is a perennial spring, with an estimated flow rate of about 250 l/sec but which, when in flood, can reach peak flow rates of 15000 l/sec and flow out of what is now the entrance to the caves.
The two springs are linked by the network of karst cavities; the Barrila spring represents the upper floodway of the system . During periods of prolonged drought it dries up, while the Buca, located lower down, continues to be supplied.  
The flow rate values given above are estimates: while the actual flow rate and hydrogeological basin of the two springs has not to date been unequivocally established, various tests conducted using fluorescent tracers have demonstrated that the Equi springs are fed in part by rainwater that falls in other valleys. 

 

La flora delle Alpi Apuane

La flora delle Alpi Apuane presenta numerose specie endemiche e relitti glaciali. Gli endemismi sono specie presenti esclusivamente in un’area geografica relativamente limitata. Alcuni di questi sono osservabili in quest’area, come Biscutella apuana, Arenaria bertolonii, Saxifraga lingulata subsp. lingulata, Pinguicula apuana, Buphthalmum salicifolium subsp. flexile, Santolina leucantha, Moltkia suffruticosa, Rhamnus glaucophyllus, Globularia incanescens e molte altre.
I “relitti glaciali” sono invece costituiti da specie tipiche alpine che si sono insediate sui rilievi apuani e appenninici durante l’era glaciale, quando le Alpi erano ricoperte dai ghiacciai. Al termine delle glaciazioni, col progressivo innalzamento delle temperature queste entità si sono ritirate progressivamente negli anfratti più ombrosi o lungo le creste più impervie o ventose. Nel Parco si possono osservare alcune di queste specie come Geranium argenteum (Pania della Croce), Dryas octopetala, Linaria alpina (Pizzo delle Saette) e molte altre.
Endemismi e relitti glaciali rendono un territorio unico, essendo entità molto rare e a rischio di estinzione; esse sono tutelate dal Parco e dalla Legge Regionale sulla biodiversità (LR 56/2000).

The Flora of the Apuan Alps

The flora of the Apuan Alps comprises numerous endemic and glacial relict species. Endemic species are species found only in relatively limited geographical areas. Just a few of the local endemics are Biscutella apuana, Arenaria bertolonii, Saxifraga lingulata subsp. lingulata, Pinguicula apuana, Buphthalmum salicifolium subsp. flexile, Santolina leucantha, Moltkia suffruticosa, Rhamnus glaucophyllus, and Globularia incanescens.
Glacial relict species, instead, are typical alpine species that became established on the Apuan and Apennine highlands during the last glacial period, when the Apuans were covered by glaciers. As the ice receded and temperatures increased, these species  continued to survive only on the coolest gorges or along the most inaccessible or cold and windy mountain slopes and crests. The Park hosts a number of these species:  Geranium argenteum (at Pania della Croce), Dryas octopetala and Linaria alpina (at Pizzo delle Saette), and many others.
The presence of so many endemic and glacial relict species are part of what makes this territory so unique. These extremely rare species are at risk of extinction and are protected by the Park and under Tuscan Regional Law no. 56/2000 on biodiversity.